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Quando i preconcetti non aiutano l’ambiente

Secondo un recente studio che indaga le ragioni dell’accettazione o del rifiuto sociale delle Fonti di Energia Rinnovabili, denominato “Trends in Social Acceptance of Renewable Energy Across Europe—A Literature Review” (2020) tra i motivi che suscitano maggiore opposizione si trova il cosiddetto NIMBY (Not in My BackYard, tradotto: non nel mio giardino). Si tratta di un fenomeno che, di fatto, spesso rallenta lo sviluppo di queste fonti energetiche e determinato da preconcetti veri e propri, quando non da fattori psicologici ed emotivi. La ricerca, condotta dal 2001 al 2019 su 25 casi di studio, ha evidenziato come spesso a determinare il rifiuto dell’installazione di un impianto sul proprio territorio vi sia l’idea che esso deturperà il paesaggio o, peggio ancora, determinerà problemi (non meglio precisati) sulla salute delle persone che vivono nell’area interessata dal nuovo impianto. Si tratta, appunto, di preconcetti che spesso si ritrovano anche in coloro che sostengono l’urgenza delle energie rinnovabili, ma non la loro penetrazione all’interno della propria comunità e del proprio territorio. Come operatori di questo settore, radicati in diversi Paesi del mondo, pur sapendo di non poter sciogliere il nodo emotivo che sta alla base di tali riserve, noi di Renergetica desideriamo rassicurare quanti, ancora oggi, si trovino a dubitare dell’opportunità di cedere un terreno per l’installazione di impianti fotovoltaici o eolici. Un progetto studiato da professionisti ed esperti, in grado di individuare le scelte tecnologiche più idonee e performanti a seconda dei singoli casi, spesso si rivela la soluzione ideale per una gestione energetica efficace, sostenibile, che non danneggia il paesaggio e può convivere con le coltivazioni agricole, come dimostra il successo sempre più diffuso nel mondo dell’agrivoltaico.