Siamo il paese del sole (e in alcune aree anche del vento) eppure siamo, ancora, tra i fanalini di coda in Europa per quanto riguarda l’autonomia energetica. A voler vedere il bicchiere mezzo pieno, comunque, questo significa che abbiamo ancora molto margine di crescita… A ricordarlo, nel corso del Forum Ambrosetti tenutosi a fine settembre a Cernobbio il position Paper realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con A2a. I dati presentati nel rapporto sono chiari e mostrano come l’Italia attualmente sia, appunto, uno dei Paesi con la più bassa autonomia energetica in Europa, producendo nel proprio territorio solo il 22,5% dell’energia consumata, a fronte di una media europea del 39,5%. Tuttavia ci sono ampi margini di crescita: in particolare, il nostro Paese, agendo su elettrificazione dei consumi ed efficientamento, potrebbe raggiungere il 58,4% di autonomia energetica, quasi triplicando gli attuali livelli, con un incremento di circa quattro volte rispetto a quello rilevato negli ultimi 20 anni. Va anche detto, però, che allo stesso tempo l’Italia è tra i Paesi più virtuosi in termini di miglioramento dell’autonomia energetica, avendo aumentato il proprio livello di 9 punti percentuali tra il 2000 e il 2019. Questa crescita è riconducibile allo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili presenti sul territorio e ulteriormente sfruttabili.