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Che fine fanno i pannelli fotovoltaici che non si usano più?

Tra i dubbi che alcune persone sollevano, a motivare la loro contrarietà al fotovoltaico, vi è anche quello legato al loro smaltimento. Detto in altre parole, c’è (ancora) chi pensa che presto o tardi ci troveremo sommersi da pannelli ormai dismessi. Ovviamente le cose non stanno così. Tra il 2010 e il 2013, contestualmente alle incentivazioni di Stato, nel nostro Paese si è assistito a un vero e proprio boom dei pannelli (circa 80milioni di moduli al 2012) che spuntavano come funghi sui tetti delle case dei nostri connazionali. Considerato che la vita media di uno di questi pannelli è stimata in oltre 20 anni, si stima che nel 2033, ci troveremo davanti alla necessità di smaltire circa 1,44 milioni di tonnellate moduli. E allora che succederà? Niente di grave perché, in maniera consapevole e responsabile, il Legislatore ha pensato anche a questo e previsto un iter che consentirà ai moduli stessi di tornare a vivere, o attraverso il revamping o attraverso lo smantellamento e il successivo riutilizzo dei materiali di cui sono composti. A gestirne il finevita sono e saranno realtà specializzate e autorizzate alle operazioni che agiscono in conformità con la normativa vigente, nel pieno rispetto dell’ambiente. Perché se è vero che il fotovoltaico nasce come una risorsa green, resta green anche quando smette di funzionare.